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Tecnica, tattica e strategia sono termini da interpretare correttamente, specie se riferiti all’attività giovanile. Per il loro sviluppo occorrono competenze didattiche specifiche e un approccio metodologico che guarda oltre i metodi tradizionali di allenamento, favorendo la creativit&
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Disposizione: due squadre, una per canestro, tre palloni per squadra, si parte in posizione di ala.
Obiettivo: tiro da tre punti.
Descrizione: ogni giocatore di una squadra effettua un tiro, se segna la sua squadra aggiunge tre punti, se sbaglia ne perde uno (si va anche sotto lo zero). Vince la prima squadra che realizza 10 o 20 punti (in base al livello dei giocatori) per ognuna delle tre posizioni della metà campo (ala destra, centro, ala sinistra).
Attacco senza palla Per ricevere la palla il giocatore interno dovrà assumere la posizione desiderata un attimo prima che la palla gli possa essere passata. Per far questo, dovrà scegliere il momento più propizio e compiere dei movimenti adeguati.
Egli dovrà tagliare fuori il proprio difensore, ponendosi di spalle al canestro e nettamente davanti al difensore stesso, con la base delle gambe molto larga e con le braccia tese in avanti. Per raggiungere questo scopo, il pivot, con i piedi rivolti a canestro, finterà di andare in una direzione ed, effettuando poi un giro in avanti, taglierà fuori il difensore. Ad esempio, se il pivot è situato alla sinistra dell’area dei tre secondi e vorrà ricevere la palla, porterà il piede sinistro verso il fondo del campo e poi, effettuando un giro frontale (piede perno è il destro), si porrà davanti al difensore (diag.1).
Altre Situazioni di Blocco a. Blocchi sul perimetro Blocco sulla palla
Nel diagramma vediamo come si possa cambiare sui blocchi anche quando la palla è sul perimetro. Vogliamo che il difensore (X2) faccia un passo forte ed aggressivo contro il palleggiatore (O1). Questa manovra ci aiuta ad aumentare la pressione sulla palla. Per approfittare della situazione in cui due attaccanti si incrociano con la palla (hand-off), qualche volta raddoppiamo sul palleggiatore.
Edizione Basket Coach .Net - Noi istruttori, davanti al piano di allenamento da preparare, dobbiamo fare delle continue scelte. Il tempo a disposizione in palestra è limitato, vogliamo fare tante cose e rendere l’allenamento il più produttivo possibile.
L’allenamento basato su esercizi-gioco è meno bello da vedere perché ci sono molti più errori di scelta e di esecuzione sotto pressione, ma sarebbero proprio questi errori (e il feedback che se ne otterrà direttamente dall’esperienza e indirettamente dal coach) a consentire ai giocatori di migliorarsi e a permettere il “transfer” tra l’allenamento e la gara.
Ogni esercizio-gioco presentato, proprio per sua natura, si presta ad una notevole adattabilità alle esigenze del momento; sono sufficienti piccole variazioni alle regole. Sono sicuro che ogni istruttore interessato saprà fare molto meglio di quanto ho fatto io nell’inventare le proprie regole ed i propri esercizi-gioco, al fine di soddisfare le proprie esigenze didattiche.
I dieci fondamentali ovvero le “10 tavole” di Coach Blasone per dare il meglio su un campo di basket, siano essi giocatori che allenatori. E non solo insegnamenti sul campo ma anche fuori. Infatti il primo mattone su cui Blasone basa il suo credo è l’Educazione in palestra, il comportamento da tenere su un campo di basket: ciò che un allenatore/istruttore deve fare per far crescere un gruppo. Ma anche quali regole devono seguire gli atleti per poter migliorare e per poter dare il meglio di se stessi. Questo è il primo fondamentale che permette poi di costruire in maniera solida situazioni tecnico-tattiche insieme ai ragazzi e a farli crescere per renderli autonomi sul campo. Coach Blasone con la sua esperienza non tocca solo argomenti tecnici come i fondamentali classici, palleggio, passaggio, tiro, difesa, ball-handling, ma tratta anche la visione periferica e una parte importantissima riguardante la preparazione fisica. Dà la sua definizione di velocità, resistenza e potenza riguardante uno sport come il basket e come, secondo la sua esperienza, deve essere allenata: essenzialmente con l’utilizzo della palla, che fa aumentare l’impegno e fa dimenticare la fatica ai ragazzi. Dalle prime pagine Coach Blasone illustra la sua filosofia di allenamento che mira a far eseguire un gran numero di numero di palleggi, passaggi e tiri a canestro ad ogni giocatore per aumentare la confidenza del giocatore stesso con la palla, il canestro e il “traffico” in mezzo al campo. La sua infinita esperienza sui campi di tutti i continenti gli ha dato la possibilità di conoscere stili di vita diversi, atleti con caratteristiche completamente diverse tra loro che sono sati da stimolo per il suo lavoro che pian piano ha arricchito con esercitazioni create da lui proprio per risolvere le diverse situazioni che ha affrontato. Sempre però tenendo presente il suo credo: far lavorare i ragazzi con il maggioro numero di palloni e il maggior numero di ripetizioni. Questa è una mini-enciclopedia di esercitazioni che abbraccia tutti gli aspetti che riguardano la costruzione di un giocatore e che Coach Blasone ci ha onorato di voler pubblicare con noi, un piccolo book per dare, a tutti coloro che stanno sul campo tutti i giorni, le basi per cominciare e sviluppare un lavoro di strutturazione del giocatore come singolo e come parte della squadra nel suo insieme. Non smetteremo mai di ringraziare Mario Blasone per averci dato la possibilità di lavorare per lui e di far conoscere a tutti gli allenatori il suo grande lavoro e di averci fatto capire una volta di più che l’allenatore/istruttore è una missione e non una moda.
Per me scrivere la prefazione di questo nuovo libro di Bruno, è un onore, oltre che sempre un piacere, in virtù dei numerosi ricordi che mi legano a lui fin dai tempi di Asti, dove mi portò avendomi visto giocare alla Crocetta di Torino con l’allora mia squadra di Novara, la Wild.
In seguito, ci ritrovammo, ancora a Torino, lui responsabile del Settore Giovanile dell’Auxilium Kappa ed io allenatore del gruppo Juniores (oltre che vice allenatore del grande Dido Guerrieri). Tra il 1995 ed il 1997 centrammo insieme tre Finali Nazionali e fu proprio in quel triennio che mi resi veramente conto di quanto lui amasse “studiare” questo nostro bellissimo sport, e di quanti viaggi “conoscitivi” intraprese per seguire Clinics Camps, ed Università, soprattutto negli Stati Uniti. Ricordo ancora che fu uno dei primi, se non il primo stesso, ad introdurre il sistema di Camp estivo sul modello americano. Un vero maestro, per me, che ancora oggi conservo il suo “primo quaderno degli appunti”, da dove presi, ed appresi, spunti e suggerimenti molto preziosi e mi auguro che anche questo testo possa esserlo altrettanto e apprezzato, e foriero di consigli, oltre che guida alle nuove generazioni di allenatori. Credo che Bruno incarni nel modo più autentico il “modello positivo” di tecnico sportivo che, soprattutto nel settore giovanile, assume il ruolo dell’Educatore, in grado di mostrare la sua professionalità non solo grazie a conoscenze, abilità e competenze specifiche, quanto per le capacità di trasmetterle ai propri allievi e di forgiarli per sempre!
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