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CONSIDERAZIONI GENERALI Zona pressing come inversione del classico ruolo della difesa, che diventa attiva ed anticipatrice verso l’attacco stesso, forzando gli attaccanti a commettere errori. Può essere adottata sia come filosofia di squadra, come atteggiamento aggressivo e fortemente reattivo del gruppo, sia come difesa tattica contingente, e allora verrà usata quando vogliamo cambiare ritmo alla gara, su canestro in contropiede, su tiro libero segnato, all’inizio del secondo tempo, o alternandola continuamente ad altri tipi di difesa, allo scopo di creare difficoltà e preoccupazione continua a chi ci deve attaccare. Bisogna forzare la palla in punti del campo dove sia possibile raddoppiare oppure costringere l’avversario al passaggio lob, a parabola lenta, facilmente intercettabile e deviabile.
- Il commettere falli è la debolezza più evidente della zona press. - Molte squadre hanno un attacco che copre tutto il campo per combattere le difese pressanti, altre hanno schemi offensivi per operare contro i pressing a metà campo, ma pochissime hanno nel loro re-pertorio tutt’e due questi sistemi. - La zona pressing 1-2-1-1 resta una difesa difficile da realizzare, in cui non bisogna troppo facilmente esaltarsi o abbattersi, ma applicarsi con fiducia, determinazione e volontà.
LA COSTRUZIONE I giocatori devono saper, col tempo, distinguere autonomamente fra le differenti situazioni di gioco proposte dall’attacco.
Impostare subito il lavoro sul campo nella sua completezza, con lo schieramento base, e posizionare la difesa a seconda degli spostamenti della palla, affinché i giocatori possano visualizzare i movimenti difensivi, chiarirsi gli scopi e le singole responsabilità. Assimilati i movimenti generali, scendere nei particolari con esercizi specifici sui fondamentali richiesti: indirizzamento, raddoppio, recupero difensivo, etc.
Di volta in volta, simulare gli schieramenti avversari che ci troveremo ad affrontare partita per partita, facendo quei piccoli aggiustamenti utili ai nostri giocatori.
Il giocatore inizia nell'angolo di metà campo verso la punta dell’area. Effettua cambio di direzione su ogni cono con un passo laterale o un in-out. Dopo l'ultimo cono, guida va verso il canestro.
Accesso: Premium
Autore: Basketcoach.net
Data inserimento:
04/02/2022
Sport:
Basket
Categoria: Fondamentali
Sottocategoria: Palleggio
Parole chiavi: Esercizi palleggio cambio mano p.05
Edizione Basket Coach .Net - Noi istruttori, davanti al piano di allenamento da preparare, dobbiamo fare delle continue scelte. Il tempo a disposizione in palestra è limitato, vogliamo fare tante cose e rendere l’allenamento il più produttivo possibile.
L’allenamento basato su esercizi-gioco è meno bello da vedere perché ci sono molti più errori di scelta e di esecuzione sotto pressione, ma sarebbero proprio questi errori (e il feedback che se ne otterrà direttamente dall’esperienza e indirettamente dal coach) a consentire ai giocatori di migliorarsi e a permettere il “transfer” tra l’allenamento e la gara.
Ogni esercizio-gioco presentato, proprio per sua natura, si presta ad una notevole adattabilità alle esigenze del momento; sono sufficienti piccole variazioni alle regole. Sono sicuro che ogni istruttore interessato saprà fare molto meglio di quanto ho fatto io nell’inventare le proprie regole ed i propri esercizi-gioco, al fine di soddisfare le proprie esigenze didattiche.
I dieci fondamentali ovvero le “10 tavole” di Coach Blasone per dare il meglio su un campo di basket, siano essi giocatori che allenatori. E non solo insegnamenti sul campo ma anche fuori. Infatti il primo mattone su cui Blasone basa il suo credo è l’Educazione in palestra, il comportamento da tenere su un campo di basket: ciò che un allenatore/istruttore deve fare per far crescere un gruppo. Ma anche quali regole devono seguire gli atleti per poter migliorare e per poter dare il meglio di se stessi. Questo è il primo fondamentale che permette poi di costruire in maniera solida situazioni tecnico-tattiche insieme ai ragazzi e a farli crescere per renderli autonomi sul campo. Coach Blasone con la sua esperienza non tocca solo argomenti tecnici come i fondamentali classici, palleggio, passaggio, tiro, difesa, ball-handling, ma tratta anche la visione periferica e una parte importantissima riguardante la preparazione fisica. Dà la sua definizione di velocità, resistenza e potenza riguardante uno sport come il basket e come, secondo la sua esperienza, deve essere allenata: essenzialmente con l’utilizzo della palla, che fa aumentare l’impegno e fa dimenticare la fatica ai ragazzi. Dalle prime pagine Coach Blasone illustra la sua filosofia di allenamento che mira a far eseguire un gran numero di numero di palleggi, passaggi e tiri a canestro ad ogni giocatore per aumentare la confidenza del giocatore stesso con la palla, il canestro e il “traffico” in mezzo al campo. La sua infinita esperienza sui campi di tutti i continenti gli ha dato la possibilità di conoscere stili di vita diversi, atleti con caratteristiche completamente diverse tra loro che sono sati da stimolo per il suo lavoro che pian piano ha arricchito con esercitazioni create da lui proprio per risolvere le diverse situazioni che ha affrontato. Sempre però tenendo presente il suo credo: far lavorare i ragazzi con il maggioro numero di palloni e il maggior numero di ripetizioni. Questa è una mini-enciclopedia di esercitazioni che abbraccia tutti gli aspetti che riguardano la costruzione di un giocatore e che Coach Blasone ci ha onorato di voler pubblicare con noi, un piccolo book per dare, a tutti coloro che stanno sul campo tutti i giorni, le basi per cominciare e sviluppare un lavoro di strutturazione del giocatore come singolo e come parte della squadra nel suo insieme. Non smetteremo mai di ringraziare Mario Blasone per averci dato la possibilità di lavorare per lui e di far conoscere a tutti gli allenatori il suo grande lavoro e di averci fatto capire una volta di più che l’allenatore/istruttore è una missione e non una moda.
Per me scrivere la prefazione di questo nuovo libro di Bruno, è un onore, oltre che sempre un piacere, in virtù dei numerosi ricordi che mi legano a lui fin dai tempi di Asti, dove mi portò avendomi visto giocare alla Crocetta di Torino con l’allora mia squadra di Novara, la Wild.
In seguito, ci ritrovammo, ancora a Torino, lui responsabile del Settore Giovanile dell’Auxilium Kappa ed io allenatore del gruppo Juniores (oltre che vice allenatore del grande Dido Guerrieri). Tra il 1995 ed il 1997 centrammo insieme tre Finali Nazionali e fu proprio in quel triennio che mi resi veramente conto di quanto lui amasse “studiare” questo nostro bellissimo sport, e di quanti viaggi “conoscitivi” intraprese per seguire Clinics Camps, ed Università, soprattutto negli Stati Uniti. Ricordo ancora che fu uno dei primi, se non il primo stesso, ad introdurre il sistema di Camp estivo sul modello americano. Un vero maestro, per me, che ancora oggi conservo il suo “primo quaderno degli appunti”, da dove presi, ed appresi, spunti e suggerimenti molto preziosi e mi auguro che anche questo testo possa esserlo altrettanto e apprezzato, e foriero di consigli, oltre che guida alle nuove generazioni di allenatori. Credo che Bruno incarni nel modo più autentico il “modello positivo” di tecnico sportivo che, soprattutto nel settore giovanile, assume il ruolo dell’Educatore, in grado di mostrare la sua professionalità non solo grazie a conoscenze, abilità e competenze specifiche, quanto per le capacità di trasmetterle ai propri allievi e di forgiarli per sempre!
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