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INTRODUZIONE: Ogni allenatore ha una sua organizzazione per l’attacco: importante è svilupparla nel rispetto delle caratteristiche dei giocatori a disposizione. Inoltre, dobbiamo tendere a migliorare “L’UOMO/GIOCATORE” motivandolo a migliorarsi e a migliorare gli altri, dato che fa parte di un “sistema” di cui è un protagonista. L’attacco è più difficile da insegnare/costruire; occorre quindi investire più tempo per creare tutti gli “automatismi” indispensabili nella “collaborazione”.
MENTALITA’: Noi poniamo la massima attenzione su: - rispettare/mantenere “spazio - tempo” nell’esecuzione; - assegnare ruolo/responsabilità ad ogni giocatore da portare avanti e migliorare/ aiutare a trovare le proprie responsabilità all’interno del gioco; - rendere facili/spontanee le cose da fare (assimilare), perché ci sia la massima reattività (fare, non pensare); - far diventare loro il “gioco” (attaccare/reagire), sapere perché, per chi, quando farlo; - saper risolvere qualsiasi situazione: fiducia, certezza, chiarezza, far diventare istinto le cose da fare.
REGOLE BASE: - entrare veloce nei giochi (passaggio e/o palleggio) per attaccare subito/sempre; - ribaltamento / reverse (con passaggio, con palleggio): scavalcare gli anticipi; - uso del post / uso dell’hand-off / uso pick and roll; - goals/obiettivi: ricerca 1° opzione/opzioni successive; 1. palla pivot basso + rotazione; 2. palla post alto + blocchi (mix match); 3. pick and roll.
Inoltre: ricordarsi di usare i “passaggi” per migliorare qualità del gioco, uso del “palleggio” per battere proprio uomo e/o migliorare l’angolo di passaggio.
GIOCO BASE Inizio con passaggio e taglio UCLA (diag. 1): l’inizio del gioco prevede il passaggio (dx o sx) tra 1 e 2 con successivo taglio (UCLA).
Accesso: Premium
Autore: Pancotto Cesare
Data inserimento:
05/05/2022
Sport:
Basket
Categoria: Attacco
Sottocategoria: Attacco alla uomo
Parole chiavi: Sistema gioco attacco alla difesa individuale
Giocatori in fila davanti al tabellone, ciascuno con la palla: lanciare la palla sul tabellone, prenderla il più alto possibile, ricadere e tirare senza piegare le gambe e tenendo la palla sempre alta.
Come esercizio precedente ma con un piegamento molto rapido delle gambe.
Giocatori in fila davanti al tabellone, ciascuno con la palla: lanciare la palla sul tabellone, eseguire tre tap in e con il quarto correggere a canestro.
Giocatori vicino ad una parete, ciascuno con la palla: eseguire dei saltelli e contemporaneamente far rimbalzare la palla sulla parete con il braccio disteso ed utilizzando solo la punta delle dita.
ESERCIZIO 12: 1 CONTRO 1 CONTATTI
Si parte sempre a coppie come negli esercizi precedenti. In questo esercizio spostiamo il terzo cono all'interno dell'area dei tre secondi. Quando l'attaccante raggiungerà la posizione di punta attaccherà il canestro passando esterno al cono sul gomito. Il difensore, lasciato il contatto, girerà intorno al cono centrale ed andrà ad ostacolare l'arresto e tiro dell'attaccante.
Prof. Roberto Colli e Luca Zavaroni - Evoluzione della preparazione fisica da Under 15 a Under 19 in rapporto alla crescita del giocatore e alle necessita tecniche e prestative
Accesso: Registrato
Autore: Colli Roberto
Data inserimento:
20/04/2011
Sottocategoria: Basket - Preparazione fisica
Parole chiavi: preparazione fisica, Under 15, Under 19
Visualizzazioni: 28 Voto: 2.05.0
Intervista ad Antonio Bocchino, coach della Nazionale U15 e U16
Accesso: Pubblico
Autore: Bocchino Antonio
Data inserimento:
02/05/2017
Sottocategoria: Basket - Fondamentali
Parole chiavi: Intervista, Bocchino, nazionale U15 e U16
Visualizzazioni: 17 Voto: 5.05.0
Training Clinic - Coach Barry Brodzinsky
Allenamento presso SAM Basket Roma - PARTE PRIMA
Accesso: Associato
Autore: Brodzinski Barry
Data inserimento:
26/12/2008
Sottocategoria: Basket - Brodzinski
Parole chiavi: Training Clinic, Coach Barry Brodzinsky
Edizione Basket Coach .Net - Noi istruttori, davanti al piano di allenamento da preparare, dobbiamo fare delle continue scelte. Il tempo a disposizione in palestra è limitato, vogliamo fare tante cose e rendere l’allenamento il più produttivo possibile.
L’allenamento basato su esercizi-gioco è meno bello da vedere perché ci sono molti più errori di scelta e di esecuzione sotto pressione, ma sarebbero proprio questi errori (e il feedback che se ne otterrà direttamente dall’esperienza e indirettamente dal coach) a consentire ai giocatori di migliorarsi e a permettere il “transfer” tra l’allenamento e la gara.
Ogni esercizio-gioco presentato, proprio per sua natura, si presta ad una notevole adattabilità alle esigenze del momento; sono sufficienti piccole variazioni alle regole. Sono sicuro che ogni istruttore interessato saprà fare molto meglio di quanto ho fatto io nell’inventare le proprie regole ed i propri esercizi-gioco, al fine di soddisfare le proprie esigenze didattiche.
I dieci fondamentali ovvero le “10 tavole” di Coach Blasone per dare il meglio su un campo di basket, siano essi giocatori che allenatori. E non solo insegnamenti sul campo ma anche fuori. Infatti il primo mattone su cui Blasone basa il suo credo è l’Educazione in palestra, il comportamento da tenere su un campo di basket: ciò che un allenatore/istruttore deve fare per far crescere un gruppo. Ma anche quali regole devono seguire gli atleti per poter migliorare e per poter dare il meglio di se stessi. Questo è il primo fondamentale che permette poi di costruire in maniera solida situazioni tecnico-tattiche insieme ai ragazzi e a farli crescere per renderli autonomi sul campo. Coach Blasone con la sua esperienza non tocca solo argomenti tecnici come i fondamentali classici, palleggio, passaggio, tiro, difesa, ball-handling, ma tratta anche la visione periferica e una parte importantissima riguardante la preparazione fisica. Dà la sua definizione di velocità, resistenza e potenza riguardante uno sport come il basket e come, secondo la sua esperienza, deve essere allenata: essenzialmente con l’utilizzo della palla, che fa aumentare l’impegno e fa dimenticare la fatica ai ragazzi. Dalle prime pagine Coach Blasone illustra la sua filosofia di allenamento che mira a far eseguire un gran numero di numero di palleggi, passaggi e tiri a canestro ad ogni giocatore per aumentare la confidenza del giocatore stesso con la palla, il canestro e il “traffico” in mezzo al campo. La sua infinita esperienza sui campi di tutti i continenti gli ha dato la possibilità di conoscere stili di vita diversi, atleti con caratteristiche completamente diverse tra loro che sono sati da stimolo per il suo lavoro che pian piano ha arricchito con esercitazioni create da lui proprio per risolvere le diverse situazioni che ha affrontato. Sempre però tenendo presente il suo credo: far lavorare i ragazzi con il maggioro numero di palloni e il maggior numero di ripetizioni. Questa è una mini-enciclopedia di esercitazioni che abbraccia tutti gli aspetti che riguardano la costruzione di un giocatore e che Coach Blasone ci ha onorato di voler pubblicare con noi, un piccolo book per dare, a tutti coloro che stanno sul campo tutti i giorni, le basi per cominciare e sviluppare un lavoro di strutturazione del giocatore come singolo e come parte della squadra nel suo insieme. Non smetteremo mai di ringraziare Mario Blasone per averci dato la possibilità di lavorare per lui e di far conoscere a tutti gli allenatori il suo grande lavoro e di averci fatto capire una volta di più che l’allenatore/istruttore è una missione e non una moda.
Per me scrivere la prefazione di questo nuovo libro di Bruno, è un onore, oltre che sempre un piacere, in virtù dei numerosi ricordi che mi legano a lui fin dai tempi di Asti, dove mi portò avendomi visto giocare alla Crocetta di Torino con l’allora mia squadra di Novara, la Wild.
In seguito, ci ritrovammo, ancora a Torino, lui responsabile del Settore Giovanile dell’Auxilium Kappa ed io allenatore del gruppo Juniores (oltre che vice allenatore del grande Dido Guerrieri). Tra il 1995 ed il 1997 centrammo insieme tre Finali Nazionali e fu proprio in quel triennio che mi resi veramente conto di quanto lui amasse “studiare” questo nostro bellissimo sport, e di quanti viaggi “conoscitivi” intraprese per seguire Clinics Camps, ed Università, soprattutto negli Stati Uniti. Ricordo ancora che fu uno dei primi, se non il primo stesso, ad introdurre il sistema di Camp estivo sul modello americano. Un vero maestro, per me, che ancora oggi conservo il suo “primo quaderno degli appunti”, da dove presi, ed appresi, spunti e suggerimenti molto preziosi e mi auguro che anche questo testo possa esserlo altrettanto e apprezzato, e foriero di consigli, oltre che guida alle nuove generazioni di allenatori. Credo che Bruno incarni nel modo più autentico il “modello positivo” di tecnico sportivo che, soprattutto nel settore giovanile, assume il ruolo dell’Educatore, in grado di mostrare la sua professionalità non solo grazie a conoscenze, abilità e competenze specifiche, quanto per le capacità di trasmetterle ai propri allievi e di forgiarli per sempre!
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