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Andiamo a vedere come ci comportiamo a seconda delle scelte difensive possibili. Se la squadra avversaria sceglie di formare un triangolo di zona con gli altri 3 uomini (ovvero di mantenere un atteggiamento conservativo attento al posizionamento e a non concedere ricezioni al rollante) diventa cruciale il ruolo del primo ricevitore, che il più delle volte sarà la prima sponda in visione davanti al blocco.
Questi è il playmaker aggiunto della squadra che deve concretizzare e/o mantenere il vantaggio generato dal gioco a due.
Il messaggio per lui è: a) tiro; b) attaccare il closeout; c) lettura della situazione per punire il difensore di lato debole impegnato nell’aiuto e mantenere il vantaggio andando con un passaggio skip a trovare l’attaccante libero.
Riecco prepotente l’accento sull’uso dei fondamentali e sulle letture dell’1c1 con e senza palla per attaccare efficacemente i closeout e trovare insieme il miglior tiro dentro il penetra e scarica o appoggiando la palla dentro al rollante dopo il suo “seal” contro il recupero difensivo (diagr. 9-10-11).
Accesso: Associato
Autore: Bonacina Andrea
Data inserimento:
09/06/2021
Sport:
Basket
Categoria: Attacco
Sottocategoria: Pick and Roll
Parole chiavi: Tattica, tecnica didattica contro difesa show
PREMESSA La progressione riguarda le ultime categorie giovanili o una squadra senior ed ha come obiettivo principale la collaborazione tra 1° e la 2° linea di difesa nell'ambito della costruzione di una zona fronte pari con particolare riferimento alla situazione di aiuto e recupero. La scelta iniziale è di costruire una zona “canonica” dove il nostro centrale (X5) non esce in angolo quindi, in questa situazione cosiddetta “di emergenza”, l'uomo della seconda linea sale ad aiutare in ala con l'intento di impedire il tiro e il passaggio in angolo che ci metterebbe notevolmente in difficoltà. Da ricordare infine i seguenti concetti basilari della nostra zona: 1. forte pressione sulla palla che rallenti e/o limiti la circolazione con l’obiettivo prioritario di tenere la palla il più possibile su 1/4 di campo; 2. “COMUNICARE” (è fondamentale sempre!).
PROGRESSIONE DIDATTICA 5 contro 0 di presentazione e 5 c 5 a metà campo “didattico” 10’ L’allenatore “rinfresca” brevemente alla squadra le aree di competenza della 1° e 2° linea e le relative collaborazioni sui ribaltamenti, tagli e penetrazioni.
Esercizio di 3 c 2 che poi diventa 4 c 3 per la prima linea difensiva della zona (15') (diagr. 1 e 2) Tre file: centro - ala e ala in attacco con in difesa X1 e X2 che giocano sulle linee di passaggio fintanto un raddoppio centrale al fine di indirizzare la palla su un lato possibilmente in posizione poco vantaggiosa per l'attacco. È fondamentale la comunicazione (“esco”) e la pressione sulla palla - nel momento in cui la palla vola dall’ala al centro l’altro difensore della 1° linea deve salire per ostacolare il tiro e soprattutto cercare di reindirizzare sul solito lato.
Accesso: Premium
Autore: Filesi Federico
Data inserimento:
05/05/2022
Sport:
Basket
Categoria: Difesa
Sottocategoria: Difesa a zona
Parole chiavi: Progressione didattica costruzione della difesa zona
Edizione Basket Coach .Net - Noi istruttori, davanti al piano di allenamento da preparare, dobbiamo fare delle continue scelte. Il tempo a disposizione in palestra è limitato, vogliamo fare tante cose e rendere l’allenamento il più produttivo possibile.
L’allenamento basato su esercizi-gioco è meno bello da vedere perché ci sono molti più errori di scelta e di esecuzione sotto pressione, ma sarebbero proprio questi errori (e il feedback che se ne otterrà direttamente dall’esperienza e indirettamente dal coach) a consentire ai giocatori di migliorarsi e a permettere il “transfer” tra l’allenamento e la gara.
Ogni esercizio-gioco presentato, proprio per sua natura, si presta ad una notevole adattabilità alle esigenze del momento; sono sufficienti piccole variazioni alle regole. Sono sicuro che ogni istruttore interessato saprà fare molto meglio di quanto ho fatto io nell’inventare le proprie regole ed i propri esercizi-gioco, al fine di soddisfare le proprie esigenze didattiche.
I dieci fondamentali ovvero le “10 tavole” di Coach Blasone per dare il meglio su un campo di basket, siano essi giocatori che allenatori. E non solo insegnamenti sul campo ma anche fuori. Infatti il primo mattone su cui Blasone basa il suo credo è l’Educazione in palestra, il comportamento da tenere su un campo di basket: ciò che un allenatore/istruttore deve fare per far crescere un gruppo. Ma anche quali regole devono seguire gli atleti per poter migliorare e per poter dare il meglio di se stessi. Questo è il primo fondamentale che permette poi di costruire in maniera solida situazioni tecnico-tattiche insieme ai ragazzi e a farli crescere per renderli autonomi sul campo. Coach Blasone con la sua esperienza non tocca solo argomenti tecnici come i fondamentali classici, palleggio, passaggio, tiro, difesa, ball-handling, ma tratta anche la visione periferica e una parte importantissima riguardante la preparazione fisica. Dà la sua definizione di velocità, resistenza e potenza riguardante uno sport come il basket e come, secondo la sua esperienza, deve essere allenata: essenzialmente con l’utilizzo della palla, che fa aumentare l’impegno e fa dimenticare la fatica ai ragazzi. Dalle prime pagine Coach Blasone illustra la sua filosofia di allenamento che mira a far eseguire un gran numero di numero di palleggi, passaggi e tiri a canestro ad ogni giocatore per aumentare la confidenza del giocatore stesso con la palla, il canestro e il “traffico” in mezzo al campo. La sua infinita esperienza sui campi di tutti i continenti gli ha dato la possibilità di conoscere stili di vita diversi, atleti con caratteristiche completamente diverse tra loro che sono sati da stimolo per il suo lavoro che pian piano ha arricchito con esercitazioni create da lui proprio per risolvere le diverse situazioni che ha affrontato. Sempre però tenendo presente il suo credo: far lavorare i ragazzi con il maggioro numero di palloni e il maggior numero di ripetizioni. Questa è una mini-enciclopedia di esercitazioni che abbraccia tutti gli aspetti che riguardano la costruzione di un giocatore e che Coach Blasone ci ha onorato di voler pubblicare con noi, un piccolo book per dare, a tutti coloro che stanno sul campo tutti i giorni, le basi per cominciare e sviluppare un lavoro di strutturazione del giocatore come singolo e come parte della squadra nel suo insieme. Non smetteremo mai di ringraziare Mario Blasone per averci dato la possibilità di lavorare per lui e di far conoscere a tutti gli allenatori il suo grande lavoro e di averci fatto capire una volta di più che l’allenatore/istruttore è una missione e non una moda.
Per me scrivere la prefazione di questo nuovo libro di Bruno, è un onore, oltre che sempre un piacere, in virtù dei numerosi ricordi che mi legano a lui fin dai tempi di Asti, dove mi portò avendomi visto giocare alla Crocetta di Torino con l’allora mia squadra di Novara, la Wild.
In seguito, ci ritrovammo, ancora a Torino, lui responsabile del Settore Giovanile dell’Auxilium Kappa ed io allenatore del gruppo Juniores (oltre che vice allenatore del grande Dido Guerrieri). Tra il 1995 ed il 1997 centrammo insieme tre Finali Nazionali e fu proprio in quel triennio che mi resi veramente conto di quanto lui amasse “studiare” questo nostro bellissimo sport, e di quanti viaggi “conoscitivi” intraprese per seguire Clinics Camps, ed Università, soprattutto negli Stati Uniti. Ricordo ancora che fu uno dei primi, se non il primo stesso, ad introdurre il sistema di Camp estivo sul modello americano. Un vero maestro, per me, che ancora oggi conservo il suo “primo quaderno degli appunti”, da dove presi, ed appresi, spunti e suggerimenti molto preziosi e mi auguro che anche questo testo possa esserlo altrettanto e apprezzato, e foriero di consigli, oltre che guida alle nuove generazioni di allenatori. Credo che Bruno incarni nel modo più autentico il “modello positivo” di tecnico sportivo che, soprattutto nel settore giovanile, assume il ruolo dell’Educatore, in grado di mostrare la sua professionalità non solo grazie a conoscenze, abilità e competenze specifiche, quanto per le capacità di trasmetterle ai propri allievi e di forgiarli per sempre!
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