Il punto di partenza per l’elaborazione di questa lezione nasce da una serie di considerazioni derivanti dall’area Biologica e dall’area relativa alla Metodologia dell’Allenamento che ci aiuta a pianificare obiettivi e priorità in relazione alle indicazioni della Biologia. Da ciò derivano alcuni principi fondamentali sul perché è meglio scegliere un certo tipo di lavoro rispetto ad un altro in queste fasce di età ma soprattutto mi preme chiarire come questi tipi di lavori possono essere gradualmente indirizzati per risolvere le problematiche relative al nostro sport specifico. Sostanzialmente è importante capire che si deve lavorare sullo sviluppo delle capacità coordinative partendo dagli schemi motori di base ma, soprattutto da questa fascia di età in poi, diventa di fondamentale importanza lavorare sulle capacità coordinative speciali, con particolare riferimento ai gesti tipici della pallacanestro, in modo tale da strutturare dei solidi pre-requisiti per l’apprendimento sempre più preciso della tecnica. NON ESISTE UN CORRETTO APPRENDIMENTO DELLA TECNICA SE NON SI POSSIEDE UNA VASTA E CORRETTA BASE MOTORIA. Correre, saltare, lanciare, tirare vanno utilizzati in COMBINAZIONI MOTORIE utili per il gioco del minibasket, in situazioni dinamiche, con riferimenti SPAZIALI e TEMPORALI relativi ai movimenti individuali, dei compagni, degli avversari e della palla, con particolare riferimento al calcolo delle traiettorie. Tutto con il giusto RITMO di esecuzione e di gioco, in EQUILIBRIO e senza ingabbiare la CREATIVITA’ dei bambini nelle scelte e nelle esecuzioni tecniche. A conclusione di questa piccola introduzione mi preme sottolineare come sia importante utilizzare una Metodologia di Insegnamento adeguata e includente, che rispetti i ritmi di apprendimento dei bambini, divertente ma con contenuti solidi, che susciti le giuste motivazioni alla partecipazione attiva di tutti e soprattutto che stimoli la parte cognitiva con giochi che richiedano scelte in base a situazioni di gioco. Quindi esercitazioni dove ci sia confronto, dove l’uno sia di supporto all’altro e dove le attivazioni, fisiche e mentali, siano al massimo ma soprattutto richiamino le situazioni che si presentano in partita.
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