Domanda:E' da anni che insegno pallacanestro e minibasket. Ho una mia progressione didattica che cerco di rispettare ma anche di adattare e modificare a seconda del gruppo che devo allenare e per quanto lo devo allenare. Qual’è, se esiste, la giusta progressione didattica? O meglio con quale ordine devo presentare i fondamentali?
Risposta di Marco Tamantini: Penso che non ci sia un ordine prestabilito per presentare i fondamentali. Di solito si dice che bisogna mettere i bambini in grado di giocare per cui si insegnano prima il palleggio e il tiro ma trovo che tutto ciò non abbia più una logica. Penso ad esempio a quanto sia pericoloso provare a fare una partita senza conoscere regole di comportamento difensivo: scontri, falli, incidenti, caos. Oppure all'approssimazione nella scelta ed esecuzione di un passaggio. Di solito i fondamentali sono elencati cosi: palleggio, passaggio, tiro e difesa. Non sono d'accordo! Perché non iniziare dalla difesa, magari da abbinare a situazioni di palleggio, oppure a situazioni di tiro passando per l'1c1.
La tua idea di adattamento e di modifica secondo il livello del gruppo è giusta ma direi che prima conoscono tutti i fondamentali meglio è ma senza rigidità, valuta ciò che accade nel gioco e scegli di volta in volta su cosa lavorare. La partita ti dà indicazioni utili per insegnare, se non eseguono (anche se non perfettamente) in partita significa che non hanno appreso. Tieni presente infine che insegnare i fondamentali non significa solo esecuzione analitica di uno specifico movimento ma bisogna prima sviluppare la capacità di coordinare singoli movimenti del corpo. Tutti i fondamentali sono dei singoli schemi motori messi in sequenza, se non siamo capaci di gestire un ordine sequenziale di movimento e di adattarli alle diverse situazioni di gioco non possiamo utilizzarli in partita per cui prima sviluppo motorio e poi sviluppo tecnico-cognitivo. L'ultima idea su cui puoi lavorare è quella di sviluppare fino a 8-9 anni le capacità coordinative generali e dai 10 anni in poi le capacità coordinative speciali, quelle, cioè, sempre più vicine alle tecniche di gioco specifiche.
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