Il 25/09/2017 abbiamo assistito al clinic PAO tenutosi a Roma, ove tra gli interventi proposti era prevista una parte dedicata all’allenatore di Serie A2 della Virtus Roma Fabio Corbani.
Molti gli spunti, i consigli, le idee, riguardanti la metodologia di lavoro di un allenatore che insegna a delle categorie giovanili.
Andiamo di seguito a riportare una “sbobinatura” del suo intervento, scusandoci ove non riproposte fedelmente le parole del Coach, credendo tuttavia che possano rappresentare un’utile lettura da cui trarne valore. Qual è l’obiettivo di un allenatore? Lo scopo che ogni allenatore dovrebbe avere e portare con sé in palestra è quello di migliorare ogni SINGOLO GIORNO il bagaglio del proprio giocatore. Mandarlo a casa a fine allenamento con uno strumento in più da utilizzare successivamente in partita.
Tecnica ed Istruzione Individuale 1) Il 90% delle correzioni è “dedicato” ad istruire i giocatori su gesti tecnici, come un corretto movimento di tiro; 2) Quello che fa la differenza non è la tipologia o il numero degli esercizi, ma le continue correzioni, portate in diverse modalità dagli allenatori (enfasi utilizzata nel dire le cose, intensità, modulazione della voce) durante TUTTO LO SVOLGIMENTO DELLA SEDUTA; 3) Quindi: pochi esercizi, molte ripetizioni, molte rapide correzioni.
Vediamo un esempio di quello appena detto, un esercizio molto semplice che tramite una progressione di difficoltà e di “richieste” diventa via via più complicato da eseguire per i nostri giocatori.
Diagramma 1
Descrizione: giocatori con palla, partono da dietro la linea di metà campo ed eseguono uno slalom in mezzo ai birilli cambiando di mano; concludo in terzo tempo, prendono il proprio rimbalzo ed in palleggio si dirigono nell'altra metà campo dove svolgeranno lo stesso esercizio.
Progressione: al fine di aumentare la difficoltà e l'intensità dell'esercizio, dopo alcune ripetizioni faccio notare ai giocatori che devono guardare il ferro quando eseguono l'esercizio; posso chiedere di effettuare i cambi di mano alla loro massima velocità (noteremo alcuni giocatori perdere il pallone); oppure cambiare il cambio di mano da frontale ad in mezzo alle gambe o la tipologia di conclusione a canestro. FOCUS: velocità con cui i giocatori eseguono i fondamentali ed intensità nei cambi di velocità.
Diagramma 2
Descrizione: giocatori disposti su due file a fondocampo con una palla; discesa a due fino alla linea di fondocampo opposta.
Progressione: anche qui la richiesta che posso fare ai giocatori può variare e diventare via via più "difficile": mantenere la stessa distanza che i giocatori hanno da quando partono a quando arrivano; dopo aver effettuato il passaggio i due passi successivi devono esser eseguiti accellerando e cambiando di velocità; passare la palla al compagno facendola uscire "velocemente dalle mani", senza sfruttare il passo mentre sto correndo; palleggiare con la mano esterna e passare la palla; palleggiare con la mano esterna, passare il pallone ed effettuare il cambio di velocità.
Obiettivo degli esempi: far capire come lo stesso esercizio lo possiamo riproporre per farla diventare una proposta di alto livello, inserendo la CURA DEI DETTAGLI PER I FONDAMENTALI. Organizzazione dell’allenamento 1) Preparazione scritta e dettagliata della seduta (difficile improvvisare ed andare “a braccio”); 2) Ottimizzazione dello staff a disposizione: se dispongo di un Assistente, facendogli dirigere una parte dell’allenamento; il Preparatore Atletico lavora 30’ min. precedenti la seduta con esercizi individualizzati. Cosa credo che serva all’interno di un allenamento giovanile? I ragazzi, ma soprattutto i bambini, devono TOCCARE IL PALLONE PIU’ VOLTE POSSIBILE durante l’allenamento. Dobbiamo dare loro più ESPERIENZE, sia dal punto di vista motorio che tecnico.
Se invece di fare 5c5 per mezz’ora, dove 1 ha la palla (e se sono bambini e siamo fortunati, 1 e l’amico hanno la palla) e gli altri 9 no, preferisco far svolgere ai miei ragazzi tanto 1c1, 2c2, 3c3, perché in questo modo TUTTI TOCCANO IL PALLONE e si sentono PROTAGONISTI dell’allenamento e del gioco.
Questo permetterà loro di eseguire più fondamentali, di commettere più errori, ma al contempo di uscire dalla palestra FELICI.
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