A questo punto facciamo un esempio pratico prendendo a prestito un interessante esercizio di Maurizio Cremonini. Se io faccio fare un semplice esercizio di passaggio due mani al petto a coppie possiamo valutare la buone velocità di esecuzione. Ma se tra due coppie che eseguono il medesimo esercizio di passaggi una ha la possibilità di decidere quando andare a canestro, dando all’altra il compito di riuscire a segnare prima dell’avversario (diagr 1), ci accorgiamo che la velocità del passaggio diminuisce notevolmente proprio perché l’attenzione dell’atleta deve essere direzionata non solo verso il fondamentale del passaggio e la palla, ma anche su quello che stanno facendo gli altri giocatori nell’altra metà campo. Sicuramente questo tipo di attività si avvicina maggiormente alle situazioni che, dal punto di vista dell’attenzione, il giovane si troverà ad affrontare in una partita.
A questo punto è opportuno definire alcuni processi di elaborazione:
• focus attentivo – abilità di focalizzare l’attenzione su segnali rilevanti per il compito
• attenzione - processo o insieme dei processi con cui la mente opera una selezione fra tutti gli stimoli che in un dato istante colpiscono i sensi, consentendo solo ad alcune di entrare negli stadi superiori di elaborazione delle informazioni
Nella pallacanestro la capacità di selezionare informazioni rilevanti rispetto al compito, rispetto a quelle che lo sono meno, dipende dalla competenza dell’atleta Maggiore competenza = migliore memoria e migliore capacità anticipatoria
• L’attenzione può essere divisa o distribuita
La maggior parte delle situazione di gioco costringe l’atleta a stare attento simultaneamente a più elementi : nello specifico sono 4 i gruppi di informazione 1. relative a caratteristiche personali(capacità condizionali e coordinative, abilità tecnica, ansia, ecc) 2. informazioni sugli spostamenti della palla 3. informazioni sulle attività dei compagni 4. informazioni sulle attività degli avversari
E’stato dimostrato a livello sperimentale che quanto minore è la dimensione del focus attentivo, tanto maggiore è l’efficienza dell’elaborazione.
E’ evidente che la conseguenza di quanto detto si sostanzia nel fatto che, ad esempio, se il giocatore possiede un buon fondamentale di palleggio, può permettersi di dirigere la propria attenzione sugli altri aspetti del gioco. Scopriremmo , magari, che molti giocatori sono meno egoisti di quanto pensassimo e che non passano la palla perché realmente non vedono il loro compagno smarcato in quanto la loro attenzione è assorbita da un fondamentale che non gli permette di occuparsi d’altro. Un test interessante è quello di fare chiudere gli occhi al giocatore che trova questa difficoltà chiedendogli di mettere a posto sul campo i compagni egli avversari così come li ha visti. Attraverso questo test di può anche creare consapevolezza nel giovane su questi aspetti dell’attenzione. Ecco perché è importante insegnare i fondamentali . Palleggiare, passare e tirare come guidare la macchina. Inoltre è prerogativa del giocatore di basket passare da una abilità automatica ad una controllata e viceversa. Gli esercizi che ora illustrerò attengono proprio a questo aspetto creando situazioni, applicabili a qualsiasi tipo di gioco, intermedie, comunque, tra l’esercitazione per l’apprendimento del fondamentale “a secco”, come suole dirsi, e il gioco o le situazioni di gioco dal 2c2 fino al 5c5.
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