L'Editore di Basketnet-Basketcoach Petrucci intervistato da SuperBasket
L'ALLENATORE NELLA RETE
QUATTRO CHIACCHIERE CON L'INNOVATORE DEI SITI INTERNET LEGATI
ALL'ATTIVITÀ DEI COACH. FRA CLINIC, APPUNTI, CAMP E PROGETTI EDITORIALI
Classe 1972, nato a Terni, ex giocatore: è questo l'identikit di base di Enrico Petrucci, uno dei creatori del sito BasketCoach (http://www.basketcoach.net) e personaggio che nella sua carriera cestistica ha militato in diversi campionati di buon livello, come la B2 e la C1 con le maglie di Giulianova, Atri, Roma e Palestrina. Una laurea in economia e commercio con il massimo dei voti ed un corso di specializzazione post-laurea E-manager in tasca: il classico tipo che si dà da fare e, da qui, è facile capire il successo che sta avendo BasketCoach, il sito di riferimento degli allenatori di pallacanestro. Ma andiamo sul concreto e passiamo la palla al diretto interessato, andando a scoprire le origini e le motivazioni che sono alla base della creazione di BasketCoach.
«BasketCoach è nato nel 2005: all'epoca ero ancora un giocatore, in più lavoravo in una società che faceva siti internet e, facendo il corso per ottenere il patentino di Allenatore di Base, mi è venuta l'ideadi mettere gli appunti delle lezioni su un sito. Dopo due mesi, per pura curiosità, ho guardato le statistiche di queste dieci paginette e ho visto i risultati: duecentocinquantamila visite! A quel punto, ne ho parlato con Marco Martiri, professore dello IUSM nonché mio ex allenatore, e con Marco Tamantini, una delle "eminenze" del minibasket italiano: pian piano abbiamo iniziato ad ampliare il sito, poi ad andare in giro a riprendere i vari clinic che si svolgevano in Italia. Siamo cresciuti fino ai 17.000 utenti registrati di oggi ed alle 60-70 mila visite mensili, dati che ci fanno sicuramente piacere. Con il tempo abbiamo iniziato anche a produrre DVD e libri e siamo arrivati a costruire pure un accordo proprio con SuperBasket, una cosa che ci dà grande soddisfazione».
- Parliamo del concetto che c'è dietro: la tua esperienza da giocatore quanto ti è servita per creare questo sito così diverso dagli altri?
«Ho avuto la fortuna, nelle giovanili, di avere degli allenatori di grandissimo spessore come Fabio Fossati, Greg Ballard, Toni Trullo, tutta gente che ha avuto successo e, da giocatore, mi è sempre piaciuto capire che cosa c'era dietro il concetto dell'allenare ed i dettagli dell'allenamento. Ho capito la situazione facendo il corso allenatori e ho avuto la fortuna di apprendere da questi maestri, creandomi una cultura cestistica che ancora oggi continuo ad alimentare guardando i clinic: è qui che produco materiale utile anche ad altri. Il mio concetto è che più si condivide e si discute, maggiori sono i risultati che poi verranno fuori».
- Oltretutto BasketCoach ha avuto uno sviluppo oltre la rete.
«Siamo partiti in sordina, non siamo affiliati ad alcuna federazione ma con il passare del tempo abbiamo iniziato ad organizzare dei clinic, circa dieci-dodici all'anno, nei quali venivano mediamente 100-150 persone alla volta. Fino a quando i clinic non sono stati istituzionalizzati eravamo noi il punto di riferimento degli allenatori per questo tipo di appuntamenti. Abbiamo portato in Italia addirittura Barry Brodzinski, che per chi non lo conoscesse è colui che ha curato il tiro di Michael Jordan. Ora, come detto, abbiamo dei progetti legati alla produzione di libri: in tanti ancora ci riconoscono come riferimento per i clinic, tanto che veniamo contattati anche per cose che non organizziamo direttamente, e questo è un bel segnale. Ci piacerebbe riuscire a fare tanto di più, ma va bene anche così per il momento».
- C'è poi l'attenzione verso il sociale.
«Abbiamo collaborato con l'associazione Orizzonti Sportivi, che dal 2006 opera in Camerun: particolare importante, perché da qui si sono aperti i presupposti per la nascita, nel 2011, di "Sports Around The World - Amici in Campo". Si tratta di un'associazione senza fini di lucro avente lo scopo di promuovere attività in ambito di volontariato con particolare attenzione alle tematiche di cooperazione internazionale nei paesi in via di sviluppo e di transizione: una figura importante di questa realtà è Stefano Bizzozi, ben noto agli appassionati di basket. Abbiamo tenuto clinic insieme a lui, pubblicizzando l'attività che svolge in Africa ed abbiamo partecipato alla raccolta fondi benefica organizzata dalla sua società, poi non dimentichiamoci la raccolta fondi fatta per la società L'Aquila Basket di Paolo Nardecchia dopo il terremoto del 2009, ma in generale cerchiamo di collaborare con chiunque promuove la pallacanestro».
- Proprio su questo punto, c'è un'altra realtà aziendale con cui avete fatto una partnership.
«Esatto, si tratta di Erreà. E' stato un discorso di collaborazione tecnica, visto che Erreà ci ha messo in contatto con gli allenatori delle squadre che sponsorizza, per cui abbiamo ottenuto il permesso di filmare alcuni allenamenti e di fare interviste tecniche di alcune realtà del massimo campionato nazionale. Il bello è trovare delle società che condividono queste cose e tale apertura al pubblico è molto importante per la crescita dei coach che si stanno formando e magari non hanno tempo e risorse per farsi un viaggio in un'altra città ed assistere agli allenamenti. Metteremo in condivisione questo materiale video per renderlo fruibile a tutti coloro che vorranno connettersi a BasketCoach».
- C'è qualcosa che vorresti dire che non hai citato in precedenza?
«Si, volevo citare il fatto che abbiamo acquisito, a novembre 2013, i diritti sul sito BasketNet: il direttore è Raffaele Baldini e devo dire che, grazie a lui, il sito ha scalato le classifiche. Ha fatto un grande lavoro e vorrei menzionarlo per riconoscergli i meriti che gli spettano».
Grande lavoro, tanto attivismo ma anche riconoscenza verso le persone che lo hanno affiancato in questo percorso: Enrico Petrucci, con il suo BasketCoach, ha sicuramente rivoluzionato il concetto classico del sito internet legato alla pallacanestro.
Fonte:Superbasket - Matteo Zanini - SuperBasket n.3 ottobre 2014
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