Dal mio punto di vista ci sono due modi per sviluppare blocchi sulla palla in transizione:
A. Si sviluppano pick and roll che io definisco ‘occasionali’, non programmati, che nascono dall’iniziativa congiunta del giocatore con palla e del lungo che blocca (bloccante) che comunicando con gli occhi decidono di giocare a due. In questo caso il vantaggio è l’imprevedibilità, lo svantaggio sta nella eventuale spaziatura non efficace degli altri 3.
B. Si sviluppano pick and roll organizzati, quindi diventa un vero e proprio schema da usare nei primi secondi dell’azione (un contropiede secondario organizzato a tutti gli effetti), non solo i 2 attori protagonisti del gioco a due ma anche gli altri 3 giocatori sanno esattamente che posizioni occupare per ottimizzare la spaziatura. L’efficacia del blocco e il mantenimento del conseguente vantaggio che si ottiene verrà concretizzato anche grazie all’eccellente spaziatura sul campo.
Ho utilizzato sia giochi a due non programmati, sia programmati. A livello di metodologia di insegnamento parto dallo sviluppo di pick and roll organizzati. Inizio già dal prestagione inserendo la transizione organizzata dopo ogni tiro libero della squadra avversaria. L’obiettivo è dopo i liberi avversari giocare ‘di squadra’ un blocco sulla palla laterale nei primi 4-8 secondi dell’azione. Ecco come si sviluppa l’azione (vedi diagr. 1):
Il playmaker può dopo il passaggio giocare un dai e vai a tutto campo che lo porta a rubare qualche canestro facile, (l’area è spesso libera) poi si spazia in angolo sul lato opposto alla palla.