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La nascita di un libro ha sempre una storia particolare e diversi retroscena.
Questo nasce come continuazione del libro “La preparazione fisica dal minibasket all’under 13” completando il processo di costruzione fisico-atletica del giocat
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PREMESSA L’organizzazione difensiva delle mie squadre è basata su regole generali che valgono contro ogni attacco, ma anche da adattamenti specifici contro situazioni che affrontiamo di frequente. L’attacco 1/4 bassi è una situazione che si incontra di frequente soprattutto per chiudere un periodo controllando il cronometro o in prossimità dello scadere dei 24 secondi. Essendo una situazione particolare e ripetuta voglio preparare la mia squadra ad affrontarla. Abbiamo regole diverse a seconda delle caratteristiche dei giocatori avversari che vengono isolati dall’attacco per giocare 1c1. Possiamo utilizzare 3 tipi di difesa: 1. caso in cui l’avversario sia un playmaker piccolo molto veloce, tiratore, abile nel palleggio e nel passaggio ma in difficoltà contro aiuti decisi dei lunghi. Il difensore sulla palla deve essere molto aggressivo e indirizzare il palleggiatore sulla sua mano debole. È molto importante l’aggressività perché vogliamo forzare l’attacco a penetrare, ma non vogliamo mai concedere un tiro o uno scarico facile al giocatore lasciato libero dalle rotazioni. Quindi vogliamo invogliare 1 a penetrare a sinistra, cercando di farlo andare fuori controllo. Quando parte la penetrazione la difesa reagisce come nel diagramma: il difensore di 2 rimane in anticipo contro il suo avversario perché non vogliamo aiuti dal lato forte. Il difensore di 5 fa un aiuto molto deciso appena il palleggiatore arriva in area, con 3 obiettivi precisi: a) costringere l’attaccante a smettere il palleggio; b) impedire che 1 chiuda la penetrazione con un tiro ad alta percentuale; c) rendere difficile ogni passaggio.
Il difensore di 4 si sposta sotto canestro, per scoraggiare un passaggio a 5 o intervenire in modo molto aggressivo nel caso 5 riceva la palla. Il difensore di 3 si chiude in area per impedire un passaggio a 4. Se questa rotazione è corretta, l’unico passaggio possibile è quello a 3, passaggio peraltro non facile perché 1 si trova sulla linea di passaggio.
In questo tipo di blocco sulla palla il post basso opposto cerca di giocare un “duck in” quando è portato il blocco. Quando il post opposto è basso alcune volte l’area è congestionata ed è difficile penetrare o rollare per un appoggio al ferro. Su entrambi la difesa aiuta facilmente.
Partenza mano destra e doppio cambio di mano al primo cono, attacco il canestro mano destra in uscita dal primo cinesino poi arretro al secondo cono attaccando nuovamente il canestro sempre mano destra, arretro ancora al terzo cinesino con mano destra e faccio doppio cambio mano tra gli ultimi due coni per poi attaccare il canestro con mano destra con conclusione in terzo tempo. Focus: posizione della mano sulla palla durante il palleggio.
Edizione Basket Coach .Net - Noi istruttori, davanti al piano di allenamento da preparare, dobbiamo fare delle continue scelte. Il tempo a disposizione in palestra è limitato, vogliamo fare tante cose e rendere l’allenamento il più produttivo possibile.
L’allenamento basato su esercizi-gioco è meno bello da vedere perché ci sono molti più errori di scelta e di esecuzione sotto pressione, ma sarebbero proprio questi errori (e il feedback che se ne otterrà direttamente dall’esperienza e indirettamente dal coach) a consentire ai giocatori di migliorarsi e a permettere il “transfer” tra l’allenamento e la gara.
Ogni esercizio-gioco presentato, proprio per sua natura, si presta ad una notevole adattabilità alle esigenze del momento; sono sufficienti piccole variazioni alle regole. Sono sicuro che ogni istruttore interessato saprà fare molto meglio di quanto ho fatto io nell’inventare le proprie regole ed i propri esercizi-gioco, al fine di soddisfare le proprie esigenze didattiche.
I dieci fondamentali ovvero le “10 tavole” di Coach Blasone per dare il meglio su un campo di basket, siano essi giocatori che allenatori. E non solo insegnamenti sul campo ma anche fuori. Infatti il primo mattone su cui Blasone basa il suo credo è l’Educazione in palestra, il comportamento da tenere su un campo di basket: ciò che un allenatore/istruttore deve fare per far crescere un gruppo. Ma anche quali regole devono seguire gli atleti per poter migliorare e per poter dare il meglio di se stessi. Questo è il primo fondamentale che permette poi di costruire in maniera solida situazioni tecnico-tattiche insieme ai ragazzi e a farli crescere per renderli autonomi sul campo. Coach Blasone con la sua esperienza non tocca solo argomenti tecnici come i fondamentali classici, palleggio, passaggio, tiro, difesa, ball-handling, ma tratta anche la visione periferica e una parte importantissima riguardante la preparazione fisica. Dà la sua definizione di velocità, resistenza e potenza riguardante uno sport come il basket e come, secondo la sua esperienza, deve essere allenata: essenzialmente con l’utilizzo della palla, che fa aumentare l’impegno e fa dimenticare la fatica ai ragazzi. Dalle prime pagine Coach Blasone illustra la sua filosofia di allenamento che mira a far eseguire un gran numero di numero di palleggi, passaggi e tiri a canestro ad ogni giocatore per aumentare la confidenza del giocatore stesso con la palla, il canestro e il “traffico” in mezzo al campo. La sua infinita esperienza sui campi di tutti i continenti gli ha dato la possibilità di conoscere stili di vita diversi, atleti con caratteristiche completamente diverse tra loro che sono sati da stimolo per il suo lavoro che pian piano ha arricchito con esercitazioni create da lui proprio per risolvere le diverse situazioni che ha affrontato. Sempre però tenendo presente il suo credo: far lavorare i ragazzi con il maggioro numero di palloni e il maggior numero di ripetizioni. Questa è una mini-enciclopedia di esercitazioni che abbraccia tutti gli aspetti che riguardano la costruzione di un giocatore e che Coach Blasone ci ha onorato di voler pubblicare con noi, un piccolo book per dare, a tutti coloro che stanno sul campo tutti i giorni, le basi per cominciare e sviluppare un lavoro di strutturazione del giocatore come singolo e come parte della squadra nel suo insieme. Non smetteremo mai di ringraziare Mario Blasone per averci dato la possibilità di lavorare per lui e di far conoscere a tutti gli allenatori il suo grande lavoro e di averci fatto capire una volta di più che l’allenatore/istruttore è una missione e non una moda.
Per me scrivere la prefazione di questo nuovo libro di Bruno, è un onore, oltre che sempre un piacere, in virtù dei numerosi ricordi che mi legano a lui fin dai tempi di Asti, dove mi portò avendomi visto giocare alla Crocetta di Torino con l’allora mia squadra di Novara, la Wild.
In seguito, ci ritrovammo, ancora a Torino, lui responsabile del Settore Giovanile dell’Auxilium Kappa ed io allenatore del gruppo Juniores (oltre che vice allenatore del grande Dido Guerrieri). Tra il 1995 ed il 1997 centrammo insieme tre Finali Nazionali e fu proprio in quel triennio che mi resi veramente conto di quanto lui amasse “studiare” questo nostro bellissimo sport, e di quanti viaggi “conoscitivi” intraprese per seguire Clinics Camps, ed Università, soprattutto negli Stati Uniti. Ricordo ancora che fu uno dei primi, se non il primo stesso, ad introdurre il sistema di Camp estivo sul modello americano. Un vero maestro, per me, che ancora oggi conservo il suo “primo quaderno degli appunti”, da dove presi, ed appresi, spunti e suggerimenti molto preziosi e mi auguro che anche questo testo possa esserlo altrettanto e apprezzato, e foriero di consigli, oltre che guida alle nuove generazioni di allenatori. Credo che Bruno incarni nel modo più autentico il “modello positivo” di tecnico sportivo che, soprattutto nel settore giovanile, assume il ruolo dell’Educatore, in grado di mostrare la sua professionalità non solo grazie a conoscenze, abilità e competenze specifiche, quanto per le capacità di trasmetterle ai propri allievi e di forgiarli per sempre!
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